4 marzo 2008

dare al buio

dare al buio è il contrario di dare alla luce, ed è un percorso iniziatico alla rovescia in cui si consuma senza bruciare il rapporto pedagogico del viaggio iniziatico di un amore.
il pre-testo è un fatto di cronaca il rapimento di Natascha Kampusch, la ragazza austriaca, rapita bambina e tenuta segregata in una cantina per ben otto anni da un rapitore che nel momento della sua fuga si uccide.
il testo nato dalla collaborazione di Letizia Russo e del regista Renzo Martinelli, affronta proprio il momento del distacco, della fuga della raggiunta libertà di Natascha, perchè otto anni o un attimo hanno lo stesso peso nel tempo incantato di una solitudine condivisa all'interno del mondo alla rovescia di questa casa, del suo tempo ciclico, ipnotico.
Il linguaggio, ermetico e concentrato ipnotizza, catalizza evocando.

un terzo personaggio allegorico e strampalato alter ego, forse amico immaginario pieno di scottanti rivelazioni contrappunta e rende consapevole la vittima, ribaldandone prosegressivamente l'equilibrio di forza con il proprio carnefice.
i personaggi resi essenziali e definiti dalla sola iniziale del nome, diventano figure archetipiche di una fiaba noir che giunge presto al suo epilogo, ripartendo da un inizio.
"io sono Natascha" l'ultima battuta, una presentazione, avrebbe dovuto essere la prima e invece è la cronaca di una nascita.
Sicuramente uno spettacolo complesso ricco di interrogativi e di tematiche scottanti lasciate aperte come il rapporto vittima-carnefice, dentro-fuori, dominio-libertà, amore-possesso.
Attendendo le risposte in un se fosse, come in una rinascita.

“una storia senza tempo, universale e archetipica, che va oltre ogni trama e ogni articolo di giornale, oltre ogni giudizio. Una fiaba che abbiamo deciso di abitare perché ci riguarda. Una fiaba che è il rito della nascita e della morte, della paura e dell’amore, dell’incontro e della fuga. Un rito al quale si deve partecipare e che si ripropone, uguale e diverso in ogni storia, in ogni vita. E spesso il lieto fine è diverso da quello che ci si aspetta, ma la fine di una fiaba è la fine di una fiaba.”
Renzo Martinelli

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