Siamo noi i custodi di un’attesa, noi che esitiamo che aspiriamo, ad un domani più vago.
Alture insormontabili spalancano i nostri occhi, e a sera pesa l’ingordigia di una visione. Siamo noi che attendiamo un segno al di là dalle nubi, sopra la montagna, rocciosa e dura, masso che sfida la nostra umile voce.
Ma custodiamo un segreto, sotteso nelle pieghe della rivolta, volontà accesa di non contesa.
Custodiamo la possibilità, l’ardore a venire della nostra fiacchezza, le membra spossate dell’infinita possibilità, il dolore lancinante dell’impossibilità stessa.
Custodiamo il venire, il passato e il già venuto custodi di un sogno mai nato.
Ma stato, essente, vivente, con noi nell’attesa del tutto-niente.
1 commento:
...quante stanze in questa casa di klee..non potevi scegliere immagine migliore!e le parole...bhe..le ho abitate nel tempo della lettura e del vivere quotidiano.bacio!ske
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